Programma
        
        Gabriel Fauré - Cantique de Jean Racine 
        Francis Poulenc - Litanie à la Vierge Noire 
        Gabriel Fauré - Requiem in re minore, op.48
         
         
        Il Coro del Collegio Ghislieri diretto da Giulio 
        Prandi, con la partecipazione del soprano Karin Selva e del baritono 
        Bruno Taddia, è protagonista dell’appuntamento programmato per martedì 6 
        dicembre alle ore 21.00 presso la Basilica del S. Salvatore nell’ambito 
        di Pavia Barocca 2011. In programma straordinarie pagine di Gabriel 
        Fauré e Francis Poulenc. 
         
         
        "Così come quello di Mozart è l’unico Ave verum, 
        questo è l’unico Pie Jesu". Così Camille SaintSaëns disse del quarto 
        movimento del Requiem op. 48 composto da Gabriel Fauré tra la fine degli 
        anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta dell’Ottocento. Una semplice 
        aria per soprano che sfiora l’assoluto, posta al centro di un’opera 
        unica nel suo genere. 
        Composto senza un’occasione particolare, questo Requiem è pervaso, 
        secondo le parole del suo autore, ‹‹da un umanissimo sentimento di fede 
        nel riposo eterno››. La sequenza del “Dies irae” è assente dall’opera; 
        dal pacifico e sereno scorrere dei movimenti traspare evidente la 
        visione della morte dell’autore, che -pur nel suo sostanziale 
        scetticismo religioso- la considera ‹‹un’aspirazione 
        verso una gioia superiore, più che un’esperienza traumatica››. 
        Molto complesso invece il rapporto con la morte di Francis Poulenc, uno 
        dei massimi compositori del Novecento francese. Spensierato, amante 
        della bella vita, fu probabilmente sconvolto dalla scomparsa di diverse 
        persone a lui molto care. Ritiratori a Rocamadour, nei Pirenei, dopo 
        l’ennesima tragedia, contemplando la statua della Vergine Nera, il suo 
        spirito conobbe un profondo mutamento interiore. Le magnifiche Litanies 
        à la Vierge (1936), scritte al ritorno da Rocamadour, testimoniano il 
        rinascere in lui di un profondo sentimento religioso, segnando al 
        contempo l’inizio di una fase del tutto nuova nel suo percorso poetico, 
        in particolare nel repertorio sacro.